mercoledì 22 aprile 2009

Il calcestruzzo "depotenziato"

In questi giorni, sull’onda emotiva del terremoto in Abruzzo, si fa un gran parlare sulla qualità del calcestruzzo utilizzato per la realizzazione di edifici, pubblici e privati, di ponti, di tratte autostradali ed altro.
L’impressione generale è che uno dei maggiori responsabili sia il cosiddetto calcestruzzo depotenziato, ossia un calcestruzzo con resistenza caratteristica a compressione inferiore a quello prescritto negli elaborati strutturali e che discende dai calcoli statici.
Come è noto agli addetti ai lavori le procedure per il prelievo dei campioni di calcestruzzo sono ben definite dal vigente decreto ministeriale 9 gennaio 1996, il cui allegato 2 tratta appunto dei “Controlli sul calcestruzzo”. Di rilevante importanza sono le prescrizioni di cui al punto 5.3. ove è testualmente detto che ” il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del direttore dei lavori o di un tecnico di sua fiducia. Il direttore dei lavori dovrà inoltre curare, mediante sigle, etichettature indelebili, ecc che i provini inviati per le prove ai Laboratori Ufficiali siano effettivamente quelli prelevati alla presenza sua o del tecnico di sua fiducia. La domanda di prove al Laboratorio Ufficiale dovrà essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e dovrà contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo
Quanto prescritto dalle norme dovrebbe dare sufficienti garanzie per la qualità del calcestruzzo, ma a giudicare da quello che si sta verificando in diverse zone del paese, è evidente che qualcosa non quadra, visto che la quasi totalità dei certificati rilasciati dai laboratori ufficiali forniscono valori di resistenza compatibili con i valori progettuali.
A mio modesto avviso penso che, per superare i problemi legati alla qualità del calcestruzzo, basterebbe imporre, per legge, l’obbligatorietà della effettuazione di “carotaggi meccanici” sulle strutture in opera, che renderebbero di fatto superfui gli odierni controlli preventivi. La resistenza finale in opera del calcestruzzo non dipende, infatti, solo dalla quantità, qualità e miscela dei costituenti, ma anche dalle modalità di posa in opera, dalla costipazione del getto e dalla sua maturazione, nonché delle condizioni ambientali (temperatura, umidità, etc).
Evidentemente trattandosi di un metodo di indagine localmente distruttivo occorre limitare, quanto più possibile, il danneggiamento della struttura; a tale riguardo le norme UNI di riferimento dettano le specifiche procedure per il prelevamento dei campioni:
- UNI 6131:2002 “ Prelevamento di calcestruzzo indurito”;
- UNI EN 12504-1/2002 “ Prove sul calcestruzzo nelle strutture – Carote – Prelievo, esame e prova di compressione”
Di sicuro l’attenzione nella fase esecutiva delle strutture, da parte della direzione dei lavori e dell’impresa, aumenterebbe di molto, per il semplice fatto che, nel caso di risultati non accettabili, si correrebbe il rischio di dovere demolire le strutture fino a quel momento realizzate.

4 commenti:

  1. Ma se falsificano i cubetti vuoi che non trovano il modo di falsificare anche il campione di carota?
    oppure pattuglia dei carabinieri ad ogni carotaggio.
    come vedi le cose sono sempre legate all'onesta della gente e siccome l'onesto geme siamo alla frutta per di più marcia.

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  2. A prescindere dalla correttezza e competenza degli addetti ai lavori, il carotaggio, rispetto ai provini, si caratterizza, comunque, per i minori margini di errore; non a caso costituisce uno dei principali strumenti di indagine, quando si ha un ragionevole dubbio sulla bontà delle strutture realizzate.

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  3. Un buon calcestruzzo viene fuori anche da una corretta posa in opera.
    Spesso e volentieri sento dire nei cantieri "metti acqua" è sbagliato, il calcestruzzo va gettato cosi com'è e comunque dopo aver fatto i controlli di accettazione in cantire quali: ora di inizio trasporto, slump, temperatura del calcestruzzo ecc.
    Detto questo non bisogna sempre puntare il dito contro i produttori di calcetsruzzo, le responsabilità sono anche dei D.L. che molto spesso non sono mai presenti in cantiere durante i getti e che comunque non danno precise informazioni sulla tipologia di calcestruzzo da miscelare.
    Con le attuali normaative produrre un buon calcestruzzo non è difficile, se un impianto segue le linee guida dei riferimenti del ministero e delle UNI.
    Un buon calcestruzzo però ha un costo, poichè dietro ci sono i controlli di produzione, quindi sappiatevi regolare!

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  4. Comunque oggi non è più necessario ricorrere alle prove distruttive in situ, con i moderni mezzi è possibile scandagliare la costruzoine anche se essa è già finita, ovvero con gli intonaci ed le coloriture nonchè i rivestimenti con piastrelle.
    Basta utilizzare gli ultrasuoni che è una tecnica all'avanguardia e da risultati molto precisi senza alcun danno per le strutture.

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